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Bujinkan Honbu & Tokyo Budokan Bujinkan Dojo Soke Masaaki Hatsumi Dr. Masaaki Hatsumi - Artist of Life

Yugen no Sekai 幽玄の世界

Senza lo spirito dello Yugen non si può fare Budo.

La cultura giapponese, incluso le arti marziali, furono perfezionate nel periodo Muromachi (1392-1568), particolarmente negli ultimi anni. Un fatto fu che la cultura della gente comune sorpassò quella della nobiltà, e questa nuova cultura si radicò sempre di più nella vita di ogni giorno. Ikebana la disposizione dei fiori, il Sado la cerimonia del te, No il dramma, Buyo danza, Sukiya-zukuri architettura, Kare-sansui giardini… quello che pervade ognuna di esse è l’idea di “Yugen”, una parola di astuzia, e di oscura bellezza. Per esempio, le fotografie che vengono sfuocate sono più interessanti perché anno più “Yugen”.
Un famoso fotografo Dommon Ken (1909-90) una volta disse, “Quando scatti una foto riprendendo un soggetto, non vi è nulla di speciale. Nel mio caso se è il bambu io prendo una rassomiglianza del bambu, o se è una donna, una rassomiglianza della donna”. Questa rassomiglianza è collegata a Yugen, ci potrebbero essere gli aspetti Yin e Yang e Goton come una “rassomiglianza” anche, ma se è creato attraverso Yugen, esso diviene qualcosa di veramente meraviglioso.
Io penso che un artista marziale diventa genuino solo quando cattura questa “rassomiglianza” e il sentimento Yugen.
Nei tempi antichi, il Ninja voleva, se richiesto, diventare un attore itinerante o camuffarsi come un venditore ambulante di medicine. Però nel Ninjutsu, camuffarsi non si riferisce molto al cambio dell’apparenza ma al cambiare del modo di pensare. Questo “modo di pensare” realmente significa sentimento, e nascondersi all’interno di questo sentimento è la “rassomiglianza” che il Ninja spera di arrivare.

Nel teatro tradizionale giapponese (No dramma), l’immagine di un uomo anziano suggerisce un mondo di elegante semplicità e sottigliezza (Yugen no Sekai).
(Masaaki Hatsumi)

Yugen

In riferimento alla poesia, il poeta Fujiwara Toshinari, detto Shunsei (1114-1204), suggeriva l’impiego del “ vecchio” per la ricerca del “nuovo”: “Dovremmo cercare di esprimere le emozioni che non sono state gia descritte dai nostri predecessori, ma in questo occorre mantenere proprio il linguaggio che esssi utilizzavano”. Un altro poeta, Fujiwara Teika (1162-1241), non solo fece eco al proprio omonimo, ma stabilì dieci categorie di bellezza. Lo Yugen rappresenta una delle “dieci forme” di Teika più direttamente applicabili al budo classico. E, consapevolmente o meno, i cittatidini del periodo Edo si attennero proprio allo spirito di questo termine del periodo Heian, giacché nelle proprie espressioni artistiche avvertivano la necessità, e si adoperavano a tal fine, di creare valori incorruttibili.
Il concetto di Yugen è piuttosto profondo e complesso da definire. L’interpretazione che Teika diede allo Yugen includeva idee quali  “suggestività”, “incanto” e “quiete dinamica”. Un altro poeta Shotetsu (1381-1459), respinge invece la “suggestività” per il fatto di essere una qualità superficiale, analoga al “suono postumo” che si protrae nella mente come il rintocco della campana che va dissolvendosi. Secondo Shotetsu, nel permeare l’oggetto del proprio sforzo lo Yugen deve esprimere il cuore o l’anima dell’uomo. Ma, a prescindere dai singoli punti di vista, l’essenza dello Yugen è situata nella bellezza e nella cortesia, nella tranquillità e nell’eleganza di un risultato conseguito generosamente. Ma lo Yugen abbraccia altresì l’amore per l’irregolarità come si manifesta nell’asimmetria usata quale metro di perfezione. Lo Yugen è collegato allo Zen in merito "all’assenza della ragione" e agli insegnamenti taoisti circa la “non-azione”. Lo Yugen può essere compreso dalla mente, ma non può essere espresso a parole, in quanto la sua essenza si trova esattamente in quel  “qualcosa” di inesprimibile, ma può essere percepito intuitivamente come ciò che denota il regno più elevato dell’espressione artistica. Tuttavia non è sufficiente testimoniare o apprendere lo Yugen dagli altri: lo Yugen può essere compreso appieno solo attraverso i propri sforzi prolungati. In quanto concetto applicato ai sistemi di budo classico, lo Yugen si riferisce a “capacità misteriose”, capacità che un allievo acquisisce per mezzo dell’esperienza diretta e dopo aver penetrato le profondità recondite della disciplina spirituale. Esso, per esempio, è presente nell’osservare la tecnica di un maestro, con il suo gioco reciproco di azione e non-azione, giacché questa rivela la forza spirituale del maestro stesso. Lo Yugen pertanto è connesso con la potenza dell’espressione, essendo una sorta di simbolismo interno nel quale l’indeterminatezza – suggerimento impercettibile, piuttosto che esplicita affermazione – risulta prevalente. Forse la migliore approssimazione a un termine che esprima gli elementi predominanti dello Yugen è proprio la parola “simbolismo”.
Nel quadro del budo classico, lo Yugen postula un equilibrio degli aspetti visuali e uditivi della tecnica. In quanto segni o simboli, gli aspetti visuali, come ad esempio la forma, rivelano la relazione del concetto Yugen – ideale estetico – con il budo classico.
(Donn F. Draeger)

Yugen: arti culturali tradizionali
Sekai: mondo, universo

Shihan Luca Lanaro ©


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